Senza il tutto che ne sarebbe della parte?

"Nicola è un lettore forte, ma non ha mai letto un libro dall'inizio alla fine. È perché non crede alla compattezza delle storie. Che un racconto resti coerente per duecentocinquanta, trecento pagine, gli sembra una forzatura. In un romanzo cerca gli sconfinamenti, le irregolarità. Il colpo di testa che prende lo scrittore quando vede passare una cosa e la segue, lasciando la rotta giusto il tempo di affacciarsi e rinunciare, tornando alla lettura con la coda tra le gambe. 


Sono queste infrazioni che gli parlano. È per loro che si riempie la casa di libri. Ne avesse il coraggio, strapperebbe tre quarti delle pagine di quasi tutti quelli che possiede, per ritrovarsi una biblioteca di testi martoriati.

Non che l'idea esteticamente gli dispiaccia. Se non lo fa è perché sa benissimo che senza quelle che non legge, le parti che considera preziose perderebbero valore. Le cose importanti non si possono isolare, né unire. Prese una per volta, s'immiseriscono. Selezionate e raccolte, non compongono un'opera."

 

— Diego De Silva



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