Il poeta è una medusa spiaggiata

Quando, chiuso nella sua camera [...] il suo spirito ad ogni istante gli getta una nuova forma da animare, un nuovo otre da riempire, com'è vertiginoso e sacro il suo compito! Nel momento in cui lo svolge, egli sostituisce alla sua anima l'anima universale. Questo scambio si svolge dentro di lui, e se voi entraste e lo costringeste a ridiventare se stesso, che scossa sarebbe per lui! Lo trovate con un'espressione smarrita, in preda ad un'inaudita agitazione. Vi guarda senza capire, poi vi sorride, non osa dir nulla e aspetta che ve ne andiate con il pensiero inerte come una medusa sulla spiaggia, destinata a morire se l'onda non la raggiungerà.

Potete indagare sul perché si fosse rinchiuso, egli non è in alcun modo complice del delitto che avete interrotto, benché abbia l'aria smarrita. Che succede dunque? La vittima è forse scomparsa nel momento in cui siete entrato? Il fatto è che il poeta lavora su se stesso: quando lo trovate, l'altro non c'è più.

È come quando si cercava di scoprire che cosa Hyde facesse a Jekyll: quando si vedeva Jekyll, non c'era più nessuna traccia di Hyde, e quando si vedeva Hyde, nessuna traccia di Jekyll. Il poeta lo trovate sempre solo.


– Marcel Proust, La poesie ou les lois mysterieuses
in "Contre Sainte-Beuve", Gallimard, Paris, 1954

Hammerbrook - City can this really be true?

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