I libri non sono liberi

Questo credo di rimproverare ai libri in generale, che non sono liberi. Lo si vede dalla scrittura: sono costruiti, organizzati, regolamentati, conformi, si direbbe. Una funzione di revisore che lo scrittore esercita spesso nei propri confronti.

Lo scrittore allora diventa il poliziotto di se stesso. Alludo alla ricerca della buona forma, vale a dire della forma più scorrevole, più chiara, più inoffensiva.

Ci sono ancora generazioni morte che fanno libri pudibondi. Persino dei giovani: libri deliziosi, e basta, senza oscurità, senza silenzio, in altre parole senza un vero autore. Libri da giorno, da passatempo, da viaggio. Ma non libri che si fissano nella mente e che dicono il lutto nero di ogni vita, il luogo comune di ogni pensiero.

— Marguerite Duras, Écrire, 1993

Hammerbrook - City can this really be true?

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