Pensa a una storia come al fragile frammento di un mondo ignoto. Lo riporti alla luce e vedi cosa succede.

Secondo me racconti e romanzi sono costituiti da tre parti: narrazione, che conduce la storia dal punto A al punto Z; descrizione, che offre al lettore un’ambientazione con un sapore di realtà; e dialogo, che dà vita ai personaggi attraverso il parlato.Vi chiederete dov’è la trama in tutto questo. La risposta, la mia in ogni caso, è: da nessuna parte. […]

Diffido della trama per due ragioni: perché le nostre vite ne sono in larga misura prive, anche prendendo tutte le più ragionevoli precauzioni e stilando i più accurati programmi; e perché credo che la costruzione di una trama e la spontaneità della creazione vera siano incompatibili. […] La mia profonda convinzione sulla creazione di storie è che fondamentalmente esse si costruiscono da sole. Il compito dello scrittore è trovare loro un posto in cui crescere (e poi trascriverle, naturalmente). […] Le storie non sono t-shirt souvenir o Game Boy. Le storie sono reperti, frammenti di un mondo preesistente e ignoto. Il compito dello scrittore è usare gli strumenti della sua cassetta degli attrezzi per disseppellire ciascuno di essi senza danneggiarli.

Talvolta il fossile che recuperate è piccolo, una conchiglia. Talvolta è enorme, un Tyrannosaurus Rex con tutte le sue gigantesche costole e i denti digrignanti. Ma che sia un racconto di mezza pagina o un romanzone di mille, le tecniche di scavo restano fondamentalmente le stesse.

Per grandi che siano la vostra abilità e la vostra esperienza, sarà probabilmente impossibile estrarre dal terreno tutto il fossile ancora integro. Per danneggiarlo il meno possibile, meglio rinunciare alla pala a favore di utensili più delicati: un soffietto, una pinzetta, magari uno spazzolino da denti. La trama è un arnese assai più grosso, è il piccone dello scrittore. Potrete liberare da un terreno duro un fossile con un piccone, non lo discuto, ma sapete meglio di me che il piccone spaccherà almeno tanto quanto riuscirà a dissotterrare. È rozzo, meccanico, anticreativo.

Io credo che la trama sia l’ultima risorsa del buono scrittore e la prima scelta dello sciocco. La storia che ne risulterà sarà probabilmente artificiosa e pesante.

Io mi affido molto di più all’intuizione e ho potuto farlo soprattutto perché tendenzialmente i miei libri si basano su una situazione più che su un meccanismo. […] Ciò che desidero è collocare un gruppo di personaggi (forse una coppia, forse un individuo solo) in una certa situazione e vedere come si tolgono d’impaccio. Il mio compito non è aiutarvi a trovare una via d’uscita o manipolare la situazione per condurvi alla salvezza – per questo c’è bisogno del piccone della trama – bensì guardare che cosa succede e poi scriverlo.

— Stephen King, On Writing, 2000

Commenti

Post più popolari