Orco è chi ha perso l'immaginazione

Nelle favole c'è sempre il libro magico con le formule segrete. A me è sempre piaciuta questa cosa, che per compiere un'impresa o per "trasformare" devi conoscere le parole segrete, che vanno dette in quel particolare esatto modo, e che devi aver letto in un libro. Mi è sempre piaciuta l'idea che solo chi ha letto i "libri dell'immaginazione" può conoscere l'immaginazione.

Nel mondo dell'immaginazione, la parola scritta o detta è un modo per sfuggire all'orco; e l'orco cos'è? È l'orco della "misura", è l'orco dell'autorità; chi conosce le parole magiche che si prendono dai libri può cancellarlo, vincerlo, trasformare la sua sorte.

Non è un caso che l'orco di Shining non possiede più le parole magiche, ma possiede proprio la "miseria" del ripetere. Nella versione italiana lui scrive "il mattino ha l'oro in bocca", nella versione americana "troppo studio e poco gioco fanno di Jack un imbecille"... E questa follia della frase ripetuta è proprio la fine della varietà, dell'immaginazione. [....]

È nel momento in cui Jack smette di scrivere il suo libro e scrive solo quella frase, ecco, in quel momento è diventato veramente l'orco, l'orco del pensiero unico, l'orco che non vuole più prendersi nessuna responsabilità, l'orco della potenza bellica.

— Stefano Benni, Leggere, scrivere, disobbedire, 1999

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