Leggere a proprio rischio e pericolo

I libri sono contagiosi, ma per subire il contagio bisogna leggerli con passione e, diciamo pure, con una ricettiva ingenuità.

Senza essere Don Chisciotte o Emma Bovary, traviati dall'eroismo cavalleresco o dall'amore romantico, ogni lettore appassionato (non solo di romanzi) fa entrare le sue letture predilette nella costruzione della propria identità. La lettura permette di stabilire delle vie di comunicazione fra l'io profondo, con il suo caos, e l'io sociale, che deve fronteggiare le regole del mondo. Tra le letture più rischiose ci sono quelle in cui il contagio suggerisce, impone di cambiare vita, di fuggire dal mondo o di trasformare radicalmente la società.

Chi è stato, o chi è, cristiano o marxista, sa bene di che parlo: il Nuovo Testamento e le opere di Marx ed Engels non perdonano chi resta quello che era dopo averle lette. Non sono solo libri, sono tribunali che giudicano ognuno e tutti stabilendo leggi e mete metafisiche, storiche, morali, utopiche.

— Alfonso Berardinelli, Leggere è un rischio, 2012

Hammerbrook - City can this really be true?

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