La solitudine del lettore

Se si incontrano dei lettori, se si incontrano due lettori che per caso si sono entusiasmati per lo stesso libro, si getteranno le braccia al collo. Ma succede raramente. Io sono sempre alla ricerca di lettori, cerco, solo per fare un esempio, qualcuno che abbia letto "Volava un uccello senza piume" di Helga Novak. E so cosa mi porterei su un'isola deserta, dove si è completamente soli senza possibilità di tornare. Conosco anche le due risposte classiche: La Bibbia o un taccuino vergine. Condivido entrambe le risposte, ma su quell'isola non mi porterei nessun libro, perché senza la comunicazione quotidiana con altre persone cessano entrambe le cose, sia il leggere che lo scrivere. Se non altro devo poter comunicare che ho letto.

Quando dico di avere l'impressione che ci siano pochi lettori, non intendo semplicemente i lettori della cosiddetta letteratura alta. Intendo lettori in quanto tali, il lettore di qualunque cosa. In ogni caso è sbagliata l'idea scolastica che solo pochi leggono la cosiddetta letteratura alta, mentre il resto dell'umanità legge robaccia. Persino il lettore dei giornaletti da edicola non fa parte di una maggioranza, ma di una piccola minoranza elitaria di lettori, pure lui.

Se il successo delle pubblicazioni (quotidiani, riviste e libri) dipendesse dal fatto che vengano lette e non solo vendute, l'editoria nel suo complesso sarebbe messa male.

—Bichsel Peter, Der Leser. Das Erzählen, 1982

      

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