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Annota i libri che leggi: è una forma di rispetto per l'autore.
Quando compri un libro, istituisci un diritto di proprietà, come fai quando acquisti un abito o un mobile. Ma nel caso del libro l'atto di acquisto è in realtà solo il preludio al possesso. La proprietà integrale del libro si realizza solo quando lo hai trasformato in parte di te, e il miglior modo di trasformarti in parte di lui – che è praticamente la stessa cosa – è scriverci dentro.
Perché annotare un libro è condizione indispensabile per la sua lettura? Innanzitutto perché ti tiene sveglio – non solo consapevole, ma completamente sveglio. Poi perché la lettura, se è attiva, è pensiero, e il pensiero tende a esprimersi in parole, parlate o scritte. Chi dice "so cosa penso ma non so come dirlo", di solito non sa cosa pensa. E infine perché annotare le tue reazioni ti aiuta a ricordare ciò che pensa l'autore.
La lettura di un libro dovrebbe essere la conversazione tra te e l'autore. Si presume che lui sappia sul soggetto più di te; se non è così probabilmente non dovresti perdere tempo con il suo libro.
Ma capire è un'operazione che ha due direzioni; chi impara deve interrogarsi e interrogare l'autore, quando ha capito ciò che l'autore sta dicendo. Annotare un libro è letteralmente un'espressione delle tue divergenze e dei tuoi accordi con l'autore. È la più alta forma di rispetto che gli puoi mostrare.
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