Per il filisteo il Correggio è indispensabile

Due prin­cipi avversi tra loro muo­vono la nostra esi­stenza spi­ri­tuale: il senso del pit­to­re­sco e il pia­cere del neces­sa­rio. Vor­rei scom­met­tere cento con­tro uno che l’uomo che, per così dire, vive la vita, e cioè il fili­steo, dà la pre­fe­renza al pit­to­re­sco, men­tre il poeta si accon­tenta del neces­sa­rio.

Il poeta ha infatti biso­gno di avere via libera nella vita este­riore per poter arri­vare a quei mira­coli che tira fuori da se stesso. Porta nella sua testa tutte le stelle del cielo e, per goderne, ha solo biso­gno di una lam­pada che fun­zioni bene. Sapere che esi­stono vet­ture pub­bli­che che lo con­du­cono rapi­da­mente e como­da­mente al suo tavolo di lavoro è per lui più impor­tante di sapere che nel museo della sua città è appeso un auten­tico Cor­reg­gio.

Per il fili­steo, invece, il Cor­reg­gio è indi­spen­sa­bile, anche se non è in grado di distin­guerlo da un auten­tico Knack­fuss. Il fili­steo vive in un pre­sente costi­tuito da attrat­tive turi­sti­che; l’artista tende, invece, verso un pas­sato dotato di tutti i com­fort dell’epoca moderna.

— Karl Kraus, Essere uomini è uno sba­glio, (raccolta del 2012)

Hammerbrook - City can this really be true?

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