Un libro sul niente
Peter Brueghel Il Giovane (attribuito a), Le tentazioni di Sant’Antonio Abate, Palazzo Spinola di San Luca, 1600 ca |
Ciò che mi sembra bello, ciò che vorrei fare, è un libro sul niente, un libro privo di legami esterni, che si reggesse da sé grazie alla forza interna del suo stile, proprio come la terra sta in aria senza essere sostenuta, un libro che non avesse quasi soggetto o almeno dove il soggetto fosse quasi invisibile, se possibile.
Le opere più belle sono quelle in cui c'è meno materia. Più l'espressione si avvicina al pensiero, più la parola vi aderisce e scompare, e più c'è bellezza.
Credo che l'avvenire dell'Arte sia in questa direzione. Tanto più si fa grande, tanto più diviene eterea. Dai piloni egiziani alle guglie gotiche, dai poemi indiani di ventimila versi alle improvvisazioni di Byron, la forma perfezionandosi si attenua; lascia ogni liturgia, ogni regola, ogni misura. Abbandona l'epica per il romanzo, il verso per la prosa, ignora ogni ortodossia ed è libera come ogni volontà che la produce.
Questo affrancamento dalla materialità si ritrova in ogni cosa, e i governi l'hanno seguito, dai dispotismi orientali ai socialismi futuri. È per questo che non ci sono soggetti belli o brutti e che, dal punto di vista dell'arte pura, si potrebbe stabilire come assioma che non esiste affatto soggetto, perché lo stile è in sé un modo assoluto di vedere le cose.— Gustave Flaubert, lettera a Louise Colet, 16 gennaio 1852
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