Tenere un diario per attingere alla scrittura viva

Tenere un Diario durante tutta la mia vita mi ha aiutato a scoprire alcuni elementi essenziali per la vitalità della scrittura. Quando parlo della relazione tra il mio diario e la scrittura non voglio fare generalizzazioni sull’importanza di tenere un diario, o convincere qualcuno a farlo, ma solo far emergere da quest’abitudine alcune scoperte che possono essere facilmente applicate ad altri ambiti della scrittura.

Tra queste le più importanti sono la naturalezza e la spontaneità. Questi elementi, ho avuto modo di notare, sono nati dalla libertà con cui selezioni: nel Diario ho solo scritto ciò che mi interessava veramente, ciò che mi aveva più colpito in quel momento, e per me questo fervore, questo entusiasmo ha prodotto una vividezza che spesso sbiadiva nel lavoro formale. L’improvvisazione, la libera associazione, l’obbedienza all’estro, l’impulso hanno prodotto infinite immagini, ritratti, descrizioni, schizzi impressionistici, esperimenti sinfonici, dai quali ho potuto attingere per trovare spunti in qualsiasi momento.

Poiché nel Diario mi sono confrontata con il presente immediato, con ciò che è caldo e vicino, scrivendo al calor vivo ho sviluppato un amore per il momento vivo, per l’immediata reazione emozionale all’esperienza, che ti dimostra quanto il potere della ri-creazione risieda nella sensibilità piuttosto che nella percezione critica e intellettuale.

Il Diario, creando una vasta tessitura, una rete, mostrando costantemente la relazione tra passato e presente, allacciando meticolosamente i fili invisibili, facendo emergere la ripetizione dei temi, ha sviluppato nel senso di una totalità della personalità questo racconto senza inizio e senza fine che circonda tutte le cose, e collega tutte le cose, come un forte antidoto all’inconseguenza, all’incoerenza e alla disintegrazione dell’uomo moderno.

— Anaïs Nin, On Writing, 1947

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