Si esalta questa passione per la grafomania mentre, secondo me, siamo di fronte alla manifestazione più grottesca, più ridicola della volontà di potenza contemporanea: l'imposizione del proprio io agli altri. Ciò non ha niente a che vedere con il romanzo. Certo, tutto ciò che scrivete è collegato alla vostra vita. Il romanzo nasce dalle vostre passioni personali ma può sollevarsi davvero solo quando avete tagliato il cordone ombelicale con la vostra vita e cominciate a interrogare non più la vostra vita ma la vita stessa.
Uno scrittore che scrive sulla gelosia deve comprenderla come un problema esistenziale e non come un problema personale, anche se vive nella gelosia. Per scrivere, ho bisogno di immaginare situazioni che non ho vissuto e di fare appello a personaggi che sono come tanti io sperimentali. Ecco perché un romanzo, anche quando non è per nulla autobiografico è sempre estremamente personale: voi vedete nei vostri personaggi delle possibilità, esseri che avreste potuto essere o che potreste diventare.
Vale tanto per i personaggi femminili che per quelli maschili ma non ha niente a che vedere con l'autobiografia.
— Milan Kundera, intervista, Lire n° 101, Febbraio 1984
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