L'opera dello scrittore: una lunga fuga in avanti.

Quando state per terminare un libro, vi sembra che cominci a staccarsi da voi e respiri già l'aria della libertà, come i ragazzi, in classe, alla vigilia delle vacanze estive. Sono distratti e rumorosi e non ascoltano più il loro professore. Direi addirittura che nel momento in cui scrivete gli ultimi paragrafi, il libro vi manifesta una certa ostilità nella sua fretta di liberarsi di voi. E vi lascia non appena avete tracciato l'ultima parola. Fine, non ha più bisogno di voi, vi ha già dimenticato. Ormai sono i lettori che lo riveleranno a se stesso.

In quell'attimo voi proverete un grande vuoto e la sensazione di esser stati abbandonati. E anche una qual certa insoddisfazione a causa di quel legame tra il libro e voi, che è stato troncato troppo rapidamente. Questa insoddisfazione e la sensazione di qualcosa di incompleto vi spingono a scrivere il libro successivo per ristabilire l'equilibrio, senza che possiate mai raggiungerlo. Man mano che gli anni passano, i libri si succedono e i lettori parleranno di un'"opera". Ma voi avrete la sensazione che è stata solo una lunga fuga in avanti.


— Patrick Modiano, accettazione del premio Nobel, 7 dicembre 2014

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