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Le parole, quelle sì salvano.
C'è stata un'occasione particolare in cui ho avuto la sensazione di esser stata più vicina a capire la profondità di Shakespeare. Si è trattato della storia di una donna che ho sentito in un podcast della Folger Shakespeare Library.
Lei da ragazza era stata detenuta nel campo di concentramento nazista di Theresienstadt. Un giorno aveva avuto l'ordine di scavare una fossa comune e mentre era intenta all'opera un sorvegliante l'aveva sentita recitare le parole di Titania in lingua ceca.
Lui l'aveva presa da parte e le aveva detto di aver riconosciuto Shakespeare. A quel punto le aveva detto di scappare quella stessa notte assieme alla madre, perché il giorno successivo avevano pianificato di giustiziarle. Facendo finta di sgridarla, le aveva urlato di tornare a lavorare. Lei e la madre erano riuscite a scappare. Non avrebbe mai conosciuto la verità, ma era convinta che erano state le parole di Shakespeare a far affiorare l'umanità dell'uomo.
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