Avvicinati al tuo soggetto: lo vuoi sfocato e sudato.

FAHRENHEIT: In Gridalo a un certo punto lei si sofferma sulla necessità di scrivere di ciò che si vede sfocato. Sfocato perché è troppo vicino. [...] Perché occorre vedere male? Noi siamo abituati a pensare all'intellettuale come qualcuno che sa vedere con chiarezza ciò che accade. Non è così?

ROBERTO SAVIANO: È il mio metodo, che ho ripreso da Robert Capa. Capa chiama la propria biografia Leggermente fuori fuoco. Lui detestava le fotografie messe a fuoco. Una fotografia messa a fuoco è una fotografia dove sei distante. La fotografia deve essere sempre un po' fuori fuoco. Perché usa "leggermente"? Perché se è troppo fuori fuoco non la racconti. Non c'è testimonianza. Se è perfettamente messa a fuoco, sei nella giusta distanza, sei protetto. Invece deve essere un po' sfocata perché ciò significa che sei vicino, che senti l'odore. Sei così vicino che in qualche modo farla significa partecipare. E che è la grande differenza tra il denunciare e il testimoniare. Si può denunciare da lontano. La testimonianza invece è tenere il proprio corpo dentro la denuncia.


Capa mi ha insegnato questo. Mi ha insegnato che non basta andare a vedere le cose. Le cose devono vederti. Quella vicinanza in questo caso per me non è solo metodo. Purtroppo la mia vita mi ha costretto spesso a una distanza. A stare lì chiuso, maledizione, da molti anni. Ma a starci dentro fisicamente. Cioè ogni parola io la pago col corpo. In ogni parola ci metto il corpo. Ho imparato questo. In "Gridalo" tra gli aforismi che ho utilizzato in testa a ogni capitolo utilizzo anche alcune parole di Ahmet Altan, un mio amico che in questo momento è in carcere in Turchia E Ahmet dice proprio: "Sono uno scrittore, mi potete mettere in carcere ma io non sono in carcere, perché sono là dove ci sono le mie parole. E di queste parole io sono testimone. Cioè quelle parole io le tengo vive con il mio corpo.
Capa era questo. Capa morirà di questo metodo. Salterà su una mina. La sua compagna Gerda Taro che tanto ha contribuito a creare l'estetica stessa di Capa, morirà schiacciata da un tank. Entrambi cercavano la foto più vicino possibile. E Capa tra l'altro verrà anche delegittimato per questo. Mi riferisco alla famosa fotografia del miliziano che viene fotografato da Capa nell'istante in cui un proiettile lo ha colto. Quindi non è più vivo ma non è ancora morto. Viene considerata da sempre la fotografia della morte, del trapasso. Ebbene ci sono libri, accuse, inchieste che dicono che era tutto finto. Che quella foto era stata costruita, non era vero niente. Capa, con quella fotografia con cui aveva fatto una cosa che i fotografi non riescono mai a fare (fotografi la vita, o la ferita o il cadavere) subisce l'onta dell'accusa che la sua fotografia più importante era un fake.
  —Roberto Saviano, Intervista in occasione della pubblicazione di Gridalo. Rai 3, Fahrenheit, 13/11/2020

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