Passa ai contenuti principali
Fai lo script doctor: si guadagna bene.
È ironico, dato che sono pieno di acciacchi, ma il mio soprannome professionale è Doc.
Doc Karoo.
Sono
un piccolo ma utile ingranaggio dell'industria dello spettacolo. Faccio
lo script doctor con gli script degli altri. Riscrivo. Taglio e
aggiusto. Elimino la ciccia. Spolvero quello che resta. Sono uno
scribacchino professionista con un'abilità che è diventata un talento.
Le persone che vivono a Los Angeles e fanno il mio tipo di lavoro sono
chiamate hack di Hollywood. Il termine hack di New York per qualche
strano motivo, non esiste. Un hack a New York si chiama Doc.
Non ho
mai scritto niente di mio. Molto, molto tempo fa ci ho provato, ma dopo
vari tentativi ho rinunciato. Sarò pure uno scribacchino, ma so cos’è il
talento e sapevo di non averlo. Non è stata una rivelazione devastante.
Piuttosto la conferma di ciò che avevo sempre sospettato.
Avevo un
dottorato in letteratura comparata, dunque ero davvero un dottore, ma
non mi interessava insegnare. Grazie ad alcuni contatti che mi sono
procurato, ho seguito, in modo del tutto indolore, la mia vera
vocazione: riscrivo sceneggiature scritte da uomini e donne a cui manca
totalmente il talento.
[…]
Il mio lavoro per la maggior parte consiste nel tagliare il
grasso e aggiungere battute. Sono abile in entrambe le cose. Mi sbarazzo
dei personaggi secondari, dei sogni e dei flashback. Taglio le scene in
cui il nostro eroe o eroina fa visita a sua madre o al suo insegnante
di liceo preferito. Mi sbarazzo di zie e zii, fratelli e sorelle. Ho
tagliato intere sequenze d'infanzia dalla vita di personaggi e li ho
lasciati lì sullo schermo senza una madre o un padre o un passato di
qualsiasi tipo.
Tengo d'occhio la linea della storia, la trama, ed elimino tutti e
tutto ciò che non vi contribuisce. Semplifico la condizione umana dei
personaggi e complico il mondo in cui vivono. A volte sono consapevole
che questo approccio è stato messo in pratica nella vita reale, che
uomini come Adolf Hitler, Joseph Stalin, Pol Pot, Nicolae Ceausescu e
altri hanno incorporato alcune delle tecniche di correzione delle
sceneggiature nelle loro imprese. A volte penso a tutti i tiranni come a
degli scribacchini di successo, uomini di riscrittura come me.
Oltre
a lavorare su sceneggiature che sono state sottratte ai loro scrittori
originali, sono stato anche impiegato, grazie a quella che qualcuno ha
definito la mia "facilità con la celluloide", nel fissare film
completati che sono stati sottratti ai loro registi.
Il lavoro è
essenzialmente lo stesso. Mi siedo nella sala di proiezione con un
produttore o con i dirigenti dello studio e guardo il film. Faccio
quello che faccio sempre. Seguo la linea della storia. Suggerisco tagli,
inversione dell'ordine delle scene. Guardo gli out-take e rovisto in
essi per trovare pezzi che potrebbero essere recuperati. Consiglio pezzi
di musica con cui sottolineare certe scene e, in situazioni estreme,
quando non ci sono altri mezzi per dare coesione al film, consiglio la
voce fuori campo, che poi scrivo.
A volte le autorità seguono i
miei consigli e fanno i cambiamenti che suggerisco. A volte non lo
fanno. A volte assumono un altro problem solver. A volte assumono
un'intera squadra di problem
solver. Se il film a cui ho lavorato ha
successo a livello commerciale, io ricevo molti meriti nella comunità
cinematografica, e la mia reputazione cresce. Se il film a cui ho
lavorato non ha successo commerciale, o se addirittura è un flop totale,
la colpa non è mai mia. Il film fa a finire nel mucchio di film che
neanche Doc Karoo potrebbe far funzionare.
— Steve Tesich, Karoo, 1998
Commenti