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Su Caproni maestro elementare c’è un aneddoto, raccontatomi da Antonio Debenedetti, che trovo meraviglioso, un virtuosistico capolavoro di essenzialità pratico-letteraria.
Sembra che il piccolo Antonio, scolaro svogliato, avesse bisogno di essere disciplinato e seguito da qualcuno, e cosí suo padre, il grande critico, lo spedí da Caproni. Il bambino a casa non sentiva che parlare di libri che sono belli e di libri che invece sono brutti. Cosí chiese a Caproni: “Come si fa a capire se un libro è bello o brutto?” Bisognava fare presto a rispondere, non annoiare, non complicare, farsi capire bene e soprattutto colpire l’immaginazione, spingere a fare da sé.
Ed ecco il metodo, forse inventato sul momento da Caproni: “Tu prendi un libro, apri alla prima pagina e leggi le prime parole. Poi vai all’ultima pagina e prendi le ultime. Se stanno bene insieme il libro è bello, se non stanno bene, il libro è brutto”.
— Alfonso Berardinelli, “Caproni e il lettore impaziente” in Leggere è un rischio, 2012
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