Espandi mente e biblioteca con i libri degli hippie.

I genitori hippy non sono stati, malgrado tutte le loro distrazioni e sballi, i loro triangoli amorosi, gli LP e le dimostrazioni contro la guerra, degli illetterati. Accanto alla tipologia "ritorno alla natura" che leggeva solo cataloghi di alimenti biologici, i consigli per vivere senza lavorare di Possum Living, e il bisunto libretto di manutenzione del Volkswagen, c'era quella degli hippy che vivevano in città e leggevano libri, altroché.

Trovavi i loro libri nel bagnetto del sottoscala, sui loro comodini, o magari li vedevi spuntare dai pacchi regali nelle festività, adorate scoperte che passavano di mano in mano come il fumo: Love’s Body di Norman O. Brown, Couples di John Updike, I’m OK, You’re OK di Thomas Harris, Another Roadside Attraction di Tom Robbins, Knots di R. D. Laing. 

Il Rapporto Hite, Marshall McLuhan, Timothy Leary, Carlos Castaneda, Theodore Roszak, Anaïs Nin, Philip Slater, Buckminster Fuller. 

I best seller dell'epoca, libri che hanno costruito la loro società come Malcolm Gladwell, per dire, e Deepak Chopra, Mitch Albom, The Lovely Bones, American Psycho e The Rules hanno costruito la nostra.

Vista retrospettivamente, è una lista caotica e confusa, incongrua come la lista dei migliori dieci successi di una decade, o i film campioni di incasso al botteghino. Ma ragazzi, erano libri per gente con la mente aperta! Che non si tirava indietro, che non aveva paura dell'ignoto. Concediamogli almeno questo. Erano aperti non solo allo sviluppo culturale e sociale dei loro corpi, della loro arte, delle loro famiglie, ma anche del proprio io interiore. La mente collettiva di quell'epoca aveva più labirinti di oggi. 

— Jonathan Lethem, The Ecstasy of Influence, 2011


Commenti

Post più popolari