Non aspettare l'ispirazione.
Detesto il termine «ispirazione». Perché, a differenza di quello che si dice generalmente, l’ispirazione arriva dopo, non arriva prima.
Da insegnante una volta ho provato a spiegare agli allievi che cosa fosse «l’ispirazione». E cioè la faccia serafica che fanno gli studenti preparati quando il loro docente scorre l’elenco dei nomi per decidere chi deve interrogare. In quel frangente si capisce che chi ha studiato è ispirato, chi non ha studiato non lo è.
L’ispirazione non è gratuita, non è un raggio di sole che ci colpisce dalla finestra al mattino. Non accade mai che, penetrati da quel raggio, ci si sieda al computer e si scriva la cosa piú bella del mondo. Si è notevolmente ispirati solo quando si è notevolmente informati.
Ci si farebbe aggiustare la lavatrice da uno che non sa nulla di idraulica, ma afferma comunque di poterlo fare perché ispirato? Perché dovrebbe valere il contrario per gli scrittori? Non si può semplicemente dire di essere ispirati per essere scrittori. L’ispirazione è un valore solo se viene dopo la consapevolezza dei propri mezzi.
Marcello Fois, Manuale di lettura creativa, 2016
Commenti