Scrivere è riscrivere

Scrivere è riscrivere.

Lo scrittore deve ogni volta imparare a scrivere ciò che scrive, e l’insegnante è il libro stesso. La scrittura è buona quando cresce su se stessa, sviluppa i propri spunti, recepisce i propri suggerimenti.

È raro iniziare sapendo cosa si sta facendo e cosa verrà fuori. A indicarti la strada sarà lo stesso progetto, e finirà di guidarti solo quando avrai scritto l’ultima riga. Allora, se sei fortunato, ti lascerà andare.

Gli step attraverso i quali il progetto ti porterà all’illuminazione si chiamano “stesure successive” (“draft” in inglese).

Quanti lavori “quasi” buoni non mantengono le promesse perché i loro autori non hanno avuto l’energia o la determinazione per sottoporli a un’ultima revisione.

Alcuni scrittori credono che fare una sola stesura sia segno di superiore professionalità. È falso. La maggior parte degli scrittori, compresi i maestri e quelli più prolifici, riscrivono tante volte il loro lavoro prima di licenziarlo, e hanno sempre fatto così.

Non è vero che quando diventi più sicuro ed esperto il numero delle revisioni diminuisce. Alle volte è vero il contrario. Se uno scrittore all’inizio della carriera è meno propenso a fare una revisione è semplicemente perché non sa come farla.

Ma niente paura. Le tecniche di revisione e riscrittura si possono imparare.
— Stephen Koch



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