Kafka, la scrittura liberata dal tempo

Quello che osserverò a proposito di Kafka è il fatto che se uno legge altri grandi scrittori deve continuamente fare quello che in inglese si dice "make allowances", in castigliano sarebbe fare concessioni. Bisogna pensare: questo è stato scritto nella tale epoca, occorre tener presenti molte circostanze.

Prendiamo l'esempio massimo: Shakespeare. Nel caso di Shakespeare, bisogna pensare che egli scriveva per un pubblico non sempre scelto; che la sua opera doveva durare per il tempo che ora dividiamo in cinque atti, mentre una volta la rappresentazione era continua. E poi egli rappresentava, doveva prendere come spunto di partenza argomenti che erano tradizionali, non inventati, e doveva adattare i suoi personaggi a quegli argomenti, e a volte si nota il contrasto.

Per esempio, io credo ad Amleto, ma non sono sicuro di credere, posso farlo solo con uno sforzo, al fantasma del padre di Amleto. Non sono sicuro di credere alla corte di Danimarca e ai suoi intrighi. Prendiamo il Macbeth: credo a Macbeth, credo a lady Macbeth, son pronto a credere alle parche o streghe, ma non so se credo all'intreccio. L'ho citato come esempio. E così per tutti gli scrittori; bisogna pensare: hanno scritto nella tale epoca, nelle tali condizioni: bisogna collocarli nella storia della letteratura. Così si possono perdonare o tollerare certe cose.

Ma il caso di Kafka è diverso; credo che Kafka possa esser letto astraendo dalle sue circostanze storiche.

Ce ne sono due, molto importanti: Kafka crea buona parte della sua opera durante la guerra del '14, una delle guerre più terribili che ci siano state, e Kafka deve aver sofferto molto. Inoltre era ebreo, e già spuntava l'antisemitismo. Visse in Austria, cioè in Boemia, che allora faceva parte dell'Austria. Morì a Berlino, mi sembra.

Ebbene, tutte queste circostanze, il fatto di vivere in un paese assediato, un paese che in un primo tempo fu vincitore e poi vinto, tutto ciò si sarebbe dovuto riflettere nella sua opera, e tuttavia, se il lettore non lo sapesse non se ne avvedrebbe, poiché tutto fu trasformato da Kafka.

— Jorge luis Borges, Conversazioni con Osvaldo Ferrari, 1984

Hammerbrook - City can this really be true?

Commenti

Post più popolari