Uno scrittore senza le carte in regola
Le sue prove di scrittore erano quanto mai saltuarie e discontinue. E, sebbene tra le dissipazioni della sua vita e quel suo continuo disperdersi nell’animar salotti e coltivare relazioni, egli trovasse il tempo di fare sterminate letture e di assimilare con una prontezza incredibile, fin nei particolari più minuti, tutto quanto aveva letto; sebbene l’eleganza del suo vestire risultasse sempre un poco compromessa dalla quantità strabocchevole di libri che, insieme con le scatole dei “cachets” e dei vari medicinali, gli gonfiavano le tasche del soprabito – egli non poteva venir considerato dai suoi amici come un letterato serio, come un artista vero, come uno scrittore di razza e di professione.
Gli mancavano i titoli, non aveva le carte in regola.— Giacomo Debenedetti, Commemorazione di Proust, 1928
Hammerbrook - City can this really be true?
Commenti