Scrivere non è una professione. È un mestiere.
Spesso, sento il bisogno di scrivere. Non è un bisogno fisico come quello di mangiare o di bere, ma il desiderio è così forte da essere irresistibile.
Scrivere non è una professione, ma è sicuramente un mestiere, nell'accezione più artigianale del termine. Ci sono scrittori che mitizzano il talento, l'ispirazione e, ovviamente, tutte queste cose, il desiderio, l'immaginazione, sono cose importanti. Ma la verità è che bisogna restare seduti per un sacco di tempo, bisogna scrivere, bisogna lavorare, bisogna stare qui, come l'orologiaio che installa una vite minuscola nel meccanismo dell'orologio che sta costruendo. Senza il lavoro, la letteratura è solo... (silenzio e schiocco di dita).
E quando i giovani scrittori mi chiedono consigli, mi rifiuto di darglieli. O piuttosto, gliene do solo uno. Se c'è un falegname nel vostro quartiere, passate la sera prima che chiuda e date un'occhiata per terra...— Antonio Tabucchi intervistato da Alexis Liebaert
Le Magazine Littéraire 2009
Hammerbrook - City can this really be true?
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